La Scuola di Musica “Antonio Miari” ritorna con tre proposte musicali alla sesta edizione della rassegna “Ferragosto e dintorni”, promossa dal Comune di Belluno con le “Officine della cultura”, un contenitore che vuole offrire a cittadini e turisti gli strumenti e le occasioni per vivere al meglio la città.
Domenica 12 agosto 2018 alle ore 21.00, nel Chiostro di Palazzo Fulcis a Belluno, appuntamento con Luciano Basso – il compositore classico che ama il rock – che ha rivoluzionato il linguaggio del pianoforte guardando fuori dall’accademia: “Nelle mie composizioni in generale posso dire che non osservo la tradizionale distinzione dogmatica fra consonanza e dissonanza, che ritengo essere fenomeni acusticamente quantitativi più che qualitativi, ma che di volta in volta impiego e sviluppo i rapporti contrappuntistici e armonici in ragione della situazione melodico-timbrica e ritmica in cui opero”.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti. In caso di maltempo il concerto si terrà nel Salone al primo piano di Palazzo Fulcis.
Pianista, compositore e didatta veneziano, Luciano Basso è un “pensatore”, un poeta che affida al pianoforte i propri versi ed emozioni, sempre tenendo da conto il bagaglio classico conquistato ma, allo stesso tempo, non rimanendo immune alle suggestioni e alle nuove tendenze sonore. Nelle sue composizioni il presente è vivo più che mai nel ritmo, elemento trattato secondo una prospettiva di modernità inedita nella tradizione colta. Così come certicolori armonici presi “altrove” e messi a dialogare con strutture e movimenti della grande musica europea del passato. Nella sua carriera, suddivisa tra attività compositiva, concerti e insegnamento, Basso ha dato alle stampe 11 album, la maggior parte dei quali incisi per l’etichetta Ariston (distribuzione Ricordi), ha composto per formazioni cameristiche italiane e straniere, ha diretto l’orchestra d’archi della Scala di Milano in due preludi che gli vennero appositamente commissionati, ha collaborato con la Rai per diverse produzioni culturali e didattiche, è stato il primo esecutore in Italia dei Keyboard Studies del compositore minimalista californiano Terry Riley; a metà degli anni Ottanta è stato il fautore del ritorno alla consonanza e a una sorta di nuova “teoria degli affetti”, dando vita a una corrente definita dai critici neo-impressionismo; in veste di produttore ha curato il catalogo classico della stessa Ariston, ha partecipato a missioni di pace con concerti e seminari a Sarajevo, Mostar, Zagabria, Ramallah, Betlemme e Nairobi e ha preso parte alla V Assemblea dell’ONU dei Popoli e alla Marcia della Pace Perugia-Assisi del 2007. Il compositore è inoltre l’unico musicista italiano a venire recensito (e con toni entusiastici) dalla prestigiosa guida angloamericana BillBoard Music.
Con Open (AMS Records), la sua ultima opera pianistica con la quale osserva dalle strutture e i contrappunti di marca classica un’estetica “neoprog”, il compositore veneziano si riallaccia in parte a lavori come Voci (1976) e Cogli il giorno (1978) che nella gloriosa epoca del genere ne fecero uno dei più originali interpreti (Basso suonò in jam session con Keith Emerson e Brian Auger), permettendogli di approdare addirittura in Giappone (paese che ne ristampa continuamente il catalogo). Un pianismo classico fedele a se stesso e al contempo nuovo, capace di mettere assieme pubblici e gusti diversi.