Esiste un repertorio antico e moderno insieme, radicato nel passato ma vivo, perchè praticato e in costante evoluzione in molte zone d’Europa. A questa musica e ai suoi strumenti è dedicato il corso di musica folk.
Le occasioni nelle quali questo genere di musica si pratica sono le più diverse, dai riti di carattere religioso alle feste a ballo, musica come veicolo di socialità, dove l’aspetto concertistico, l’esibizione, riveste un ruolo assolutamente marginale: lo scopo è quello di riscoprire e riappropriarsi dell’esperienza di fare musica assieme in qualsiasi luogo e situazione, per il puro piacere di suonare, senza il vincolo di contesti preposti, attrezzature ingombranti, impianti di amplificazioni, strumenti elettronici e quant’altro.
È sempre più difficile imbattersi in musicisti che suonano spontaneamente, come avveniva un tempo non così remoto, nelle case nei cortili e nelle osterie; oggi i giovani suonano per anni negli scantinati con la speranza di potere un giorno farsi apprezzare pubblicamente, oppure studiano soli per altrettanti anni, chiusi in una camera, sperando di divenire bravi abbastanza da fare i solisti o da suonare in qualche orchestra o formazione musicale.
Approfondire la musica folk significa avvicinarsi alle sonorità e alle straordinarie possibilità dei suoi strumenti che, dopo anni di abbandono, meritano di essere riscoperti, ma che richiedono, per la loro arcaicità e complessità, profonda dedizione e costanza nello studio.
Il repertorio, oggetto del corso di musica folk, spazia dalla tradizione del nord Italia a quella francese, irlandese e bretone, comprese alcune composizioni originali del docente Andrea Da Cortà, il tutto in un arco di tempo che va dal ‘500 ai giorni nostri. Il percorso avviene tramite spiegazioni, esempi e piccoli aneddoti.